Buon inizio settimana ai nostri lettori!
Oggi vi presentiamo Francesca Colli, designer e realizzatrice di Bandoneon, la
borsa prodotta esclusivamente a mano con i più disparati materiali di recupero tutti sfuggiti allo spreco e ad un
triste destino in discarica: dai vecchi abiti dismessi alla tappezzeria di poltrone e divani, dalle tende di casa alle
copertine che vengono date in dotazione sull'aereo.
Per il nome del brand la creativa si è lasciata ispirare dallo strumento musicale con il mantice che si dilata e si comprime e che descrive perfettamente la funzionalità del prodotto Bandoneon, una borsa piccola e compatta da vuota, che si espande con un
semplice gesto diventando una comoda e capiente compagna di viaggio; ha lunghi lacci per chi preferisce la tracolla, corti per indossarla a spalla o come
zainetto.
Cosa contraddistingue rendendo uniche e riconoscibili le tue opere?
Usando
materiale di recupero, quindi un po' quello che capita, è proprio l' “irriproducibilità”
a rendere unico il pezzo: il modello è uno solo ma non ce n'è uno uguale
all'altro.
Se fossi un tessuto, una pietra o uno strumento da lavoro, cosa saresti?
Sarei una
forbice o vorrei esserlo. La forbice mi rimanda a un processo di sintesi,
qualcosa che si avvicina all'essenziale.
Cosa non deve mancare mai nel tuo laboratorio?
Il disordine,
la musica e le sigarette.
Il disordine
innanzitutto, lo spazio in ordine mi respinge, è come se tutto fosse
inviolabile e finito.
L'ordine lo
mette la mia testa, mentre gli occhi e le mani hanno bisogno di cercare e
perdersi.
Sembra assurdo
ma io sono comoda a essere scomoda.
La tua creazione preferita? Che storia racconta?
Io nelle borse non ho mai trovato niente:
Minuti lunghissimi di panico alla ricerca delle chiavi in questi pozzi
misteriosi senza fondo. Un giorno guardavo un video musicale di Astor Piazzolla
che suonava il suo bandoneon e ho pensato “ Ecco.
È esattamente così che deve essere.”
Cosa vuoi trasmettere attraverso le tue creazioni?
Non credo di
voler trasmettere qualcosa in particolare.. forse un piccolo stupore, una specie
di “mah!” con la testa inclinata!
Poi ovvio,
dato che uso materiale di recupero c'è anche il discorso etico, in un certo
senso, ma con ironia senza puntigliosità.
Il fatto che
siano pezzi unici mi piace, perché implica una scelta personale (a ciascuno il
suo), ed è sicuramente più rassicurante di qualcosa fatto in serie.
Non ho ancora
un sito internet ma ci sto pensando.
Non sono molto ferrata con la tecnologia
sono abbastanza rudimentale direi.
Basti pensare
che tutte le grafiche le faccio con paint!
Per ora ho una
pagina facebook clicca qui che aggiorno con foto e date dei
mercatini dove potete trovarmi.
Ricevo anche
su appuntamento a casa, senza impegno, al massimo ci si beve un caffè.
Francesca Colli, classe 1983, nasce in provincia
di Como, affermando col tempo la sua
connotazione eclettica, originale e profonda nei
contenuti. Dopo alcuni anni di studi
universitari in storia dell'arte, vira la sua
strada e decide di trasferirsi a Perugia, piccola città in salita, per
frequentate il CUT , Centro Universitario Teatrale.
Come lei stessa afferma è proprio il teatro a
stravolgere il suo modo di guardare la realtà: “il teatro è per me luogo
privilegiato dell'incontro delle forze visibili e invisibili, del qui e ora e dell'immaginazione.
Il teatro mi ha insegnato che tutto è possibile”.
"Tornata a vivere
a Milano e faccio un po' di tutto, qualsiasi mestiere praticamente.
Decido che mi
piace lavorare per conto mio e che la precarietà in fondo può essere un
buon modo per rimanere svegli e mettersi in discussione.
Cambio di
nuovo città, cerco la campagna, prendo casa e la ristrutturo con 8 amici dai 6
ai 65 anni nell' Oltrepò pavese dove attualmente vivo e dove ho il mio
laboratorio.
Francesca oggi si occupa
delle cose più disparate, approfittando della fragilità del presente e delle
incertezze del futuro per traghettare in uno stato di scomodità costante che la
tiene sveglia, pronta a cambiare, a mettersi in discussione e a creare.
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