giovedì 4 dicembre 2014

Il "fitting" come miglior scuola di modellistica: La Bandaglina FridaBike

Antonella è una nuova amica del nostro blog ed ha avuto un'idea che siamo fiere di diffondere perché oltre ad essere un progetto pienamente in linea con le produzioni artigianali e l'handmade italiano, ha un retroscena socialmente interessante, soprattutto per chi vive nelle grandi città, ha figli ed ha la necessità di vivere la strada e potersi muovere comodamente ed in sicurezza.

Antonella é rivenditrice di Cargo Bike e Cargo Bike Designer per FRIDABIKE ed il modello in foto è stato realizzato su disegno della creativa, è artigianale e completamente made-in-Italy. Antonella si occupa del taglio del legno e cuce sia capottina che i cuscini.

 
Antonella produce bavagline-bandana che chiama "Bandagline: hanno la funzione di bavaglini dai zero mesi all'infinito - e ci racconta - "mio figlio ha sei anni e la usa ancora al posto della sciarpa: un lato è in cotone, il retro è in pile, spugna o in felpa. Sono molto carine anche come utile regalo per le ragazze incinta".

Al fine di unire il progetto FridaBike con la produzione artigianale delle Bandagline, la designer sta realizzando un MICRO_NEGOZIO in CARGO BIKE per LA BANDAGLINA (attualmente è in attesa della licenza di commerciante itinerante e nel frattempo partecipo a qualche mercatino tipo Circo delle Pulci).

 
Le bandagline sono vendute sul sito www.fridabike.com nella pagina Shop.
(non è ancora un e-commerce: la vendita avviene tramite mail essendo la produzione non seriale ed essendo ogni Bendaglina diversa una dall'altra.

Antonella crea inoltre gonne principalmente in neoprene (ma anche in lana o cotone-lino) dipinte a mano con pennarelli per tessuto oppure rivestite di tulle.




..Noi abbiamo voluto conoscere meglio la designer e l'abbiamo intervistatacosì  !


Cosa desideri trasmettere con le tue creazioni?
Quando vedo per strada dei bambini che non conosco con addosso dei vestiti che ho fatto con le miei mani mi emoziono.. vorrei che questi vestiti trasmettessero un po' di questa emozione a chi li compra o a chi li riceve in regalo.

Come immagini il destinatario delle tue creazioni?
Bambini che corrono e giocano con vestiti comodi, non sopporto le mamme che vestono i bambini con un abbigliamento non adatto al parco giochi, è una sofferenza per loro non poter correre e sporcarsi come fanno gli altri, magari per nulla: non è detto che un bambino vestito elegante sia un bambino vestito bene.

Cosa contraddistingue rendendo uniche e riconoscibili le tue opere?
I volumi e i tessuti! Le gonne che realizzo per le bambine sono ampie, molto ampie, uso esattamente il doppio della stoffa che serve per fare una normale gonna arricciata in vita, ma utilizzo tessuti che sdrammatizzano tutta questa eleganza, per lo più neoprene mélange che sembra felpa, impalpabile, oppure cotone e poi pail e lana cotta per la collezione invernale. 
Invece le bavagline non sono propriamente effetto bandana da "cowboy", sono arrotondate in punta. Non uso mai linee dritte o punte, nemmeno quando disegno Cargo Bike.. prediligo sempre forme morbide, è più forte di me.
Se vado nei negozi per bambini noto che la moda bimbo non segue la moda, è sempre un mondo a parte, è sempre uguale, anno dopo anno, rosa e azzurro, salopette e magliette stampate.. mentre per i capi che realizzo vorrei seguire la moda come se dovessi essere io ad acquistare per me, ma con la comodità di chi ci deve correre e fare le capriole.

Se fossi un tessuto, una pietra o uno strumento da lavoro, cosa saresti?
Felpa melange.


Il nome di un creativo con il quale vorresti collaborare?
Maison Balenciaga


Cosa non deve mancare mai nel tuo laboratorio?
L'elastico. Lo uso sempre per ogni capo che realizzo, così posso giocare con le taglie, i bambini riescono a vestirsi da soli facilmente. Inoltre evito sempre di fare cerniere, tasche nascoste, asole, i bottoni; questo serve anche a contenere i prezzi. I vestiti dei bambini è giusto che abbiano prezzi più bassi perché verranno sfruttati per minor tempo. Da quando ho avuto figli e ho iniziato a vestirli ho capito che i vestiti da bambini non devono essere come quelli per adulti in una taglia più piccola, ma devono essere realizzati pensando alle loro esigenze.

La tua creazione preferita? Che storia racconta?
Per lo scorso Natale ho realizzato la serie di mini gonne a palloncino che ricordavano i colori delle Principesse della Disney. C'era la gonna Cenerentola, Aurora, Bella e Ariel. Ho utilizzato neoprene e Tulle cangiante ed elastici argento. Sapevo che sono le figlie a scegliere e non le mamme, infatti sono andate a ruba, le ho dovute riassortire tre volte! L'idea è stata di mia figlia di tre anni, ogni capo deve superare il test Frida, se non piace a lei ,è probabile che non piacerà alle altre bimbe.



Com'è iniziato il progetto del marchio?
Tutto è iniziato per colpa di una bavaglina comprata per mia figlia di pochi mesi in un viaggio in Danimarca, era diversa da quelle italiane, aveva il retro in pile, poi l'ho persa e ho dovuto rifarla immediatamente perché  ormai, usavo solo quella. Così ho inventato una forma nuova, ho iniziato a regalarle alle amiche, poi a venderle alle amiche delle amiche e così via. Nel frattempo mia figlia è cresciuta e ho iniziato a cucirle io i vestiti, ricevevo sempre complimenti poi una volta mi hanno fermata per strada per chiedermi dove avessi comprato i vestiti, così mi sono decisa a proporli ad un negozio. 
Ha funzionato ed ho registrato il marchio.


Cosa pensi del mondo della moda attuale e come lo vedi nel prossimo futuro ?
Sono contenta di non essere una stilista per adulti, è un mondo, soprattutto ad un certo livello dove la competizione è tale da esaurire anche i più talentuosi, le collezioni sono sempre più numerose, ci sono le seconde linee, è una corsa senza fine, il giorno dopo la sfilata già si lavora per la sfilata successiva anche se mancano 6 mesi.  Quando ho iniziato a fare la modella, prima della crisi, non era così, c'era più libertà di rischiare, di creare, di fare spettacolo. Oggi bisogna portare a casa il risultato per forza, se una stagione va male salterebbero posti di lavoro. 
Il lato positivo di questa crisi è che gli stilisti che vogliono continuare a vendere devono pensare che l'abito deve entrare in un corpo di una persona normale. Sopravvive chi, oltre ad essere creativo, offre un prodotto con una buona vestibilità, che faccia sentire bella/o il cliente finale. Il futuro sarà sempre più così.


Qual'è il tuo sogno nel cassetto?
Tutti i sogni che avevo si sono realizzati. 
Per ultimo vorrei fare solo la designer per La Bandaglina e Fridabike ed eliminare gli altri lavori che mi hanno permesso di autofinanziarmi fino ad ora, ma che mi tengono occupata troppo tempo e mi stanno facendo impazzire.. ma sento che il momento si sta avvicinando, forse entro la fine del 2015. 
Questo mi permetterà di essere più concentrata sulle attività a cui tengo e di avere più tempo da dedicare alla mia famiglia.


Grazie alla crisi, credi che la gente stia riscoprendo l'unicità delle creazioni handmade e l'importanza del recupero dei materiali? 
Sicuramente sì. 
E' passata la moda (per fortuna) dell'andare in giro griffati, a Milano in primis. Ora si è più orgogliosi ad indossare una borsa o un vestito che siano un pezzo unico.
Con la crisi il consumatore compra meno cose, quindi sceglie meglio e diventa più critico. Entrare in una boutique pieni di soldi è facile che si esca con qualcosa di bellissimo, ma la vera bravura è quando lo shopping diventa una caccia al pezzo unico tra mercatini e on-line alla ricerca di giovani Designer (perché non hanno i soldi per un negozio vero!)... alla fine siamo tutti un po' stilisti!



Qual'è stato il tuo percorso personale? 
Da piccola mia mamma mi cuciva i vestiti addosso, ero troppo alta e non li trovavo nei negozi per bambini. Poi il destino ha voluto che iniziassi a fare fitting come modella, già a 15 anni, per svariati stilisti sia in Italia che a Londra, anche alcuni tra i più grandi come Armani, Alessandro dell'Acqua, Stella McCurtney, Agnona, Fay e D&G e senza rendermene conto, passivamente per 18 anni, ho imparato tutto quello so fare; 
Fitting è quando lo stilista prende il capo campione o a volte solo la stoffa e te la mette addosso con l'aiuto di una modellista inizia a dare forma e spillare, il pezzo passa poi in ditta dove viene realizzato il capo modificato che va poi riprovato e  nuovamente modificato dallo stilista per numerose volte fino al giorno della sfilata. 
Involontariamente penso di aver avuto la miglior scuola di stile, di modellistica e confezione che avessi mai potuto sperare.


 

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