giovedì 27 febbraio 2014

Ascoltare la storia e la vita dei materiali

Buon pomeriggio amici!
Oggi vi presentiamo le creazioni di Emanuela!




Mi piace intervenire in modo artistico sugli oggetti della quotidianità: dal mobile al complemento d’arredo, dal capo d’abbigliamento al gioiello d’autore.  Utilizzo materiali ed oggetti semplici, spesso recuperati. Mi piace l’idea che prodotti abbandonati o giunti al termine del loro utilizzo possano avere una seconda possibilità, esprimere una nuova poetica, magari attraverso il riassemblaggio o la decorazione. Sono convinta che ogni materiale abbia una sua vitalità intrinseca e che la sua trasformazione a manufatto lo carichi di identità storiche e culturali: quello che faccio è cercare di aggiungere un nuovo capitolo nella storia dell’oggetto. 


Molto della conoscenza che possiedo  mi è stato trasmesso dai miei insegnanti e dalla famiglia, soprattutto da mia mamma, nonna e  dalla zia Lucia: conoscenza dei materiali,  manufatti in carta, lavorazioni a tricot o all’uncinetto.  Quei saperi  artigianali che oggi tendono ad essere dimenticati,  ma sono vitali e fecondi quando vengono trasmessi  direttamente, quasi in modo orale, tra le generazioni. Solo così possono crescere, contaminarsi tramite la tecnologia, modificarsi e adattarsi alla personalità di chi crea o vuole creare qualcosa che aspiri ad essere arte. Non esiste punto di arrivo nella formazione personale, curiosità e passione devono esserne il motore. Per questo sto seguendo un percorso di approfondimento artistico e pittorico con il Maestro Carlo Monopoli. Attraverso lo studio delle opere del passato e della contemporaneità cerco di sviluppare un mio proprio linguaggio espressivo anche nel campo delle arti visive.


Il mio percorso è iniziato in modo quasi casuale. Passeggiando  per mercatini mi sono fermata presso una bancarella di bijoux. Da lì ho cominciato a documentarmi, a modificare piccoli gioielli, a sperimentare. Potrei definire quello che faccio come un’opera di decontestualizzazione: prendo piccoli oggetti di recupero,  materiali umili, li modifico e, tramite la decorazione, ne faccio qualcosa d’altro. In questo modo piccole conchiglie o pezzetti di plastica prendono nuova vita come orecchini o applicati ad una banale t-shirt la rendono speciale. Lo stessa tecnica la utilizzo per le borse, i mobili, i complementi d’arredo come specchiere o candelabri.


Il segno distintivo delle tue creazioni..
Quello che faccio è essenzialmente una metamorfosi degli oggetti: in una sorta processo alchemico smonto, combino, trasformo in altro il materiale di partenza. Per farlo nel modo adeguato devo saperne ascoltare la storia, la vita, le qualità materiche. Questa attività di evocazione ed infine di creazione è strettamente collegata alla sensibilità, al genio artistico di chi compie il processo. La consapevolezza dell’azione artistica è ciò che rende unico ogni  pezzo che esce dalle mie mani. Certo, poi esiste la cifra stilistica personale, caratterizzata  da una creatività fresca, da colori accesi e dall’attenzione alla qualità realizzativa.  






Quali sono i tuoi prossimi progetti?
In questo momento sto lavorando su quadri figurativi realizzati con oli, acrilici e tecniche miste.

Qual è il tuo sogno nel cassetto riguardo il tuo lavoro?
Mi piacerebbe ampliare la portata del mio lavoro creando un brand personale, attivare collaborazioni con altri artisti che condividano la mia visione. Credo che nel lavorare insieme ad un progetto vi sia molto spazio per imparare e progredire reciprocamente.




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