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lunedì 21 marzo 2016

Fare qualcosa per gli altri che fa bene anche a sé stessi: FILOTIMO



Cari lettori buon pomeriggio.. perdonate la nostra assenza ma è stato un periodo intenso di cambiamenti, eventi, arrivi e partenze... ora siamo di nuovo operative e faremo il possibile per ritrovare adeguati spazi e tempi da dedicare a voi artigiani creativi e appassionati dell'handmade!
Iniziamo il nostro percorso nel giorno che apre le porte alla Primavera parlandovi di Gloria, creativa a capo di FiloTimo, una parola Greca difficile da tradurre che esprime un complesso intreccio di valori... "noi l’abbiamo interpretata come 'fare qualcosa di utile per gli altri che fa bene anche a sé stessi'. Ci siamo da subito innamorati di questo concetto, che riassumeva al meglio il credo che volevamo portare nel nostro lavoro: coniugare il benessere della persona con il rispetto dell’ambiente". 
L’obbiettivo è quello di creare capi confortevoli, piacevoli da indossare, realizzati con fibre che riducano l’uso di agenti inquinanti e nocivi e che, laddove possibile, apportino dei benefici a noi e a ciò che ci circonda.
Gloria e il fidanzato Matteo, lo "sguattero tuttofare"

Cosa vuoi trasmettere con le tue creazioni?
Un’idea di semplicità. Vorrei che i miei capi prendessero forma e personalità in base a chi li indossa, che si plasmassero sullo stile di ogni singola persona.

Cosa contraddistingue rendendo uniche e riconoscibili le tue opere?
Credo lo spazio che viene lasciato al tessuto. Cerco di studiare dei modelli che facciano prima di tutto risaltare il materiale e le sue caratteristiche, accentuandole dove possibile.

Se fossi un tessuto, una pietra o uno strumento da lavoro, cosa saresti?
Se fossi un tessuto direi la seta, la uso poco e come estetica preferisco tessuti più grezzi e di aspetto cotoniero, ma la seta mi rappresenta. Poi mi piace moltissimo l’idea del lavoro meticoloso e continuo che compie il baco per produrla, è un vero artigiano!

Cosa non deve mancare mai nel tuo laboratorio?
Una tazza di the…soprattutto in inverno!

Come te lo immagini il destinatario delle tue creazioni?
Una persona alla ricerca di abiti che la facciano sentire bene, non soltanto esteticamente.

La tua creazione preferita? Che storia racconta?
Una maglia semplicissima in jersey di canapa bianco. E’ nata per caso la sera prima di un evento e mi è piaciuta da subito. Credo sia la prima creazione che ho sentito veramente mia. Poi ha il dono di stare bene a fisici completamenti diversi.

Il nome di un creativo con il quale vorresti collaborare?
Brunello Cucinelli. Credo che il suo modo di operare sia la massima aspirazione di chi vuole fare moda nel rispetto di persone e ambiente. Un uomo illuminato.



Hai un sito internet e/o utilizzi l'e-commerce? Presentacelo!
Si il sito internet è Filotimo.it e abbiamo anche una pagina Facebook “Filotimo”. Per l’e-commerce stiamo ultimando gli ultimi dettagli, a giorni dovrebbe essere operativo. Appena lo attiveremo informeremo tramite newletter (per iscriversi clicca qui )

Qual'è stato il tuo percorso personale?  Com'è iniziato il progetto del marchio?
Mi sono laureata in Design della Moda al Politecnico di Milano ed ho svolto la tesi sul tema della moda sostenibile e del riuso degli scarti. Ero già molto attenta all’ecologia e tramite il percorso di tesi ho scoperto realtà del mondo della moda che non erano molto in linea con questi miei principi. Ho continuato ad approfondirle anche dopo la laurea e, dopo una breve esperienza in un’azienda di moda, ho deciso di prendermi un po’ di tempo per provare a seguire questo progetto che avevo in testa da qualche tempo. In concreto il passaggio è stato molto graduale e inizialmente non pensavo che sarebbe diventato un vero e proprio lavoro. Sono partita facendo degli abiti per me, poi le amiche li hanno visti, sono piaciuti e così, tramite il passaparola ha iniziato a prendere forma Filotimo. Gran parte del merito va a Matteo, il mio ragazzo e altra metà di Filotimo. Lui è architetto e, come me, si è laureato al Politecnico. Mi ha sempre incoraggiata a intraprendere questa strada, anche quando io ero molto titubante e, nel tempo, è diventato parte integrante del progetto. Si occupa della parte grafica e social di Filotimo. Mi accompagna ai mercatini e alle fiere e ha realizzato gli arredi che scarozziamo in giro quando esponiamo. A tempo perso attacca bottoni, fa orli e impara a cucire…lui si definisce sguattero tuttofare!

Quali sono i progetti futuri?
I progetti sono davvero moltissimi. Quelli più immediati sono di riuscire a sviluppare una collezione uomo degna di questo nome (per ora abbiamo fatto solo un paio di modelli) e partire finalmente con la maglieria che è un obbiettivo che abbiamo fin dall’inizio ma per problemi pratici di spazi, costi e reperibilità dei filati stiamo rimandando. Poi come macro obbiettivi c’è quello di riuscire ad arrivare ad una filiera più breve possibile dei tessuti che utilizziamo. Ovviamente questo non è un progetto che portiamo avanti da soli, c’è tutta una rete di persone volenterose che sta provando a riportare ad esempio la filiera della canapa in Italia.

Cosa pensi del mondo della moda attuale e come lo vedi nel prossimo futuro ?
E’ un mondo affascinante ma molto complicato che non riesco a comprendere appieno. Diciamo che personalmente mi sento più vicina al mondo dell’artigianato che a quello della moda. In ogni caso, se devo dare il mio modestissimo parere credo che la moda sostenibile diventerà nel giro di qualche anno una scelta obbligata. Difficilmente si potranno reggere ancora per molto i ritmi di questo sistema moda e le persone iniziano ad interrogarsi di più su ciò che indossano, come già da anni fanno per il cibo ed altri aspetti della vita quotidiana. O almeno questa è la mia speranza, che non ci sia più bisogno di specificare che un brand è attento all’ambiente ma che si possa dare per scontato.


Grazie alla crisi credi che la gente stia riscoprendo l’unicità delle creazioni handmade e l’importanza del recupero dei materiali?
Credo che il “merito” della crisi sia quello di spingere le persone a farsi più domande, a non dare le cose per scontate. Poi in generale, nei momenti di difficoltà, si cerca di tornare alle origini, a ciò che si sa fare bene. L’artigianato in questo senso è legato profondamente alla cultura italiana.

 Filotimo al Festival dell'HandMade Edizione 2015

lunedì 12 gennaio 2015

La riscoperta dei mestieri: A/C Design

Cari lettori, buon inizio settimana!
Il nostro spazio di oggi é dedicato ad Anna & Carla, menti e mani di A/C Design!


Che messaggio deve arrivare al cliente attraverso le creazioni A/C Design?
ANNA: Ci piacerebbe trasmettere a chi acquista un nostro prodotto che ciò che tiene stretto tra le mani non è un semplice pezzo unico per modo di dire, ma è realmente un oggetto unico, quasi irripetibile e che dentro contiene una storia, un'idea e soprattutto il nostro tempo e la nostra passione. 
CARLA: deve trasparire la bellezza di alcuni lavori manuali, come in primis la tessitura..lavori che si stanno un po' perdendo: ci piace trasmettere la voglia di riportare alla luce quegli antichi mestieri con uno sguardo ed una prospettiva nuovi.

Una creazione tra le preferite..?
ANNA: Direi la prima nata.. o perlomeno la prima produzione 'con un senso' che una volta vista ho pensato "adesso sì, ci stiamo finalmente avvicinando a quello che avevo in testa!".

Come immaginate il destinatario delle creazioni A/C Design?
Una persona che apprezza e capisce il lavoro manuale, che ama indossare pezzi non usuali. Il nostro destinatario ideale è chi capisce già alla prima occhiata le nostre intenzioni e il lavoro intenso nascosto dietro ad ogni pezzo. 
Lavorando molto con il "su misura", ci piace osservare la reazione del cliente e scoprire la felicità nel partecipare attivamente al momento della creazione, vedere infine che viene apprezzata l'unicità della creazione e la consapevolezza che ciò che acquista non avrà mai una copia!



Se foste un oggetto o un tessuto, cosa vorreste essere?
ANNA: Io di sicuro sarei il pettine del telaio, che separa i fili e li tiene paralleli. Ogni filo è importante quanto quello accanto...
CARLA: Sono indecisa tra un tessuto operato o un pied de poulle.. ad ogni modo non una semplice tela.

Cosa non può mancare nel vostro laboratorio?
ANNA: Probabilmente della musica in sottofondo e le chiacchiere con Carla.
CARLA: Un bel torchietto!!! E tanti fili di ogni colore.


Anna, laureata in disegno industriale del prodotto e del prodotto arredo, ha sempre amato realizzare cose con le sue mani "..perché mi rimetteva in pace con il mondo.. sentivo, e sento ancora, di avere tanta creatività da sfogare ma per molto tempo non ho saputo dove incanalarla di preciso. Ho lavorato come grafica, scenografa.. mi sono appassionata di cucito, ricamo al piccolo punto, illustrazioni, ma mi mancava qualcosa che mi riflettesse nel complesso. Per puro caso, guardando una mostra dove erano esposti alcuni arazzi di Boetti, mi sono ritrovata davanti a 'I mille fiumi più lunghi del mondo', un ricamo su tela, e ho avuto un'illuminazione: la tessitura!
Devo dire poi che in breve tempo abbiamo avuto dei riscontri molto positivi ed è ormai chiaro che il made-in-Italy e l'artigianato stiano vivendo un periodo d'oro. 
La riscoperta dei mestieri è una cosa che ci deve rendere fieri e vedo moltissimi giovani che si buttano in territori semi abbandonati rielaborando a loro modo, un po' come faccio io. Noto anche una certa presa di coscienza dei lati positivi dell'acquisto sostenibile, forse è anche questo che mi ha un po' allontanato dal lato 'industriale' del design e della moda".

Carla ha terminato i suoi studi di design della moda al Politecnico e poco dopo ha iniziato a lavorare in Showroom: "questo mi ha dato la possibilità di capire subito come impostare una collezione per la vendita ed approfondire la comunicazione con la stampa. 
Nel corso degli anni ho poi collaborato nella fase di progettazione di collezioni donna e bambino come designer e grafica. In questi ultimi anni infine, sono entrata a far parte di una compagnia teatrale in veste di costumista, avendo la possibilità di creare dei pezzi unici per la scena".

Tante persone, anche grazie alla crisi hanno voglia di provare a riavvicinarsi a quell'arte della manualità che l'epoca tecnologica in cui viviamo aveva un po' soppiantato. 
Vedo tanti che riscoprono sé stessi in veste di artigiani.. ma non è forse questo che ha da sempre reso famosa la nostra nazione?







Per ogni richiesta su misura scrivi direttamente alle creative  lab.acdesign@gmail.com