lunedì 1 luglio 2013

La bellezza nelle cose semplici, imperfette e mutevoli: Wabi Sabi Nameless

Buon lunedì cari lettori,
siete attivi? fateci sentire che c'è ancora qualcuno davanti ad un computer e che non siete tutti in spiaggia! Basta un commento ed un po' di interazione attraverso i nostri post!
 
Lo spazio di oggi è interamente dedicato a Giulia Caredda e al suo Wabi-sabi-nameless, una linea di abiti in maglia realizzati a mano utilizzando filati di buona qualità!
 
Tutti i capi "Wabi sabi nameless" sono pezzi unici, pensati, progettati e realizzati dalla stessa persona, una creativa "sarda, testarda e appassionata!".
 
..ed ora conosciamo meglio Giulia e lasciamole la parola per raccontare la sua esperienza:
Cosa desideri trasmettere con le tue creazioni?
La moda nell'abbigliamento è un mezzo per esprimere al meglio noi stessi, in un intima relazione tra il nostro essere e il nostro partecipare al mondo. 
Credo che tutti noi dobbiamo necessariamente ristabilire un contatto con la natura, con la terra su cui abbiamo piantato i piedi, a prescindere dal contesto sociale e geografico. 
E' un ritorno alla primitività, vivere in sintonia con l'ambiente tornando a una condizione primitiva dell'essere nel quale gli eccessi che abbondano nella nostra società non ci portino a uno stato di alienazione.
Ho voluto raccontare una storia in ogni singolo capo che ho realizzato e per farlo utilizzo quasi sempre i ferri, per interagire direttamente con la materia, manipolarla e creare un capo pensato per essere unico e personalizzabile da chi lo indossa.
Ho lavorato anche sul riciclo, recuperando campioni di tessuti per realizzare capi d'abbigliamento.

Com'é iniziato il progetto Wabi-sabi-nameless?
Mi sono avvicinata alla maglieria quando mia mamma ha smesso di chiedermi se poteva insegnarmi, è stato più o meno quando mi sono trasferita a Firenze per l'università.
Qui ho cercato di studiare a fondo il concetto del wabi-sabi, l'estetica giapponese che crede nell' incontrollabilità della natura e che trova "la bellezza nelle cose semplici,  imperfette e mutevoli”. 



 
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Portare avanti il progetto sulla maglieria, ma dedicandomi di più alla mia terra.
Essere sarda è come avere una grande madre a cui rendere conto.

Come sopravvive il tuo lavoro in questo momento economico?
Trovo che sia importante che ci siano numerose mani che creano con amore e dedizione più che con la velocità. (Per fare un vestito impiego anche 4 gg a seconda della complessità). Ora più che mai abbiamo bisogno di rallentare e lasciarci coccolare da una maglia, magari la stessa per più di una stagione.

Sogni nel cassetto?
Collaborare con quante più persone possibili per crescere, imparare, migliorare.
Il grande sogno è tornare in Sardegna quando sarò matura dal punto di vista professionale e così dare qualcosa in cambio, restiture.

...per contattarti?
Ho una pagina facebook https://www.facebook.com/wabisabihandmade , dove si trova anche il link al mio e-commerce su Blomming.



Ecco una foto della creativa:


Qual'è stato il tuo percorso?
A 9 anni mi disegnavo già i vestiti e poi la mia mamma li confezionava.
Dopo il diploma artistico ho lasciato la mia terra per studiare a Firenze,dove mi sono laureata in Progettazione della moda.
Dopo la laurea, ho portato avanti il progetto legato alla tesi concentrandomi sulla maglieria artigianale, collezioni da donna composte da pochi pezzi, unici.
In realtà mi sono laureata un anno fa e sono ancora agli inizi :)


credits:
foto: Sandrino Ulleri
modella: Viviana Porru
 
ed infine ancora qualche curiosità:
 

1 commento:

  1. grazie grazie grazie per lo spazio che mi avete dedicato!post bellissimo! :)
    Giulia Caredda

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