lunedì 10 settembre 2012

Albore di un marchio: da uno sfogo nasce Pamphlet

Cari lettori,oggi siamo contentissime di raccontarvi il percorso di Pamphlet: amore nel recupero dei materiali che sfocia in creazioni colorate e dalla ottima lavorazione.

"La mia filosofia è il riuso: adoro utilizzare cose vissute, sciupate, che solitamente vengono accantonate per far posto ad oggetti nuovi che però sono privi del loro fascino più grande: la storia. Bottoni, stoffe, carte ingiallite dal tempo, nelle mie mani cambiano uso e forma ma mantengono inalterato il loro fascino dato dal tempo.Greta ha ideato una collezione "La lettura ti fa bella" dedicata al Festivaletteratura che si è tenuto a Mantova in questi giorni: Collane, orecchini e anelli in cartapesta rivestita con pagine di un vecchio libro ingiallito.





"Sogni e progetti nascono e si realizzano quotidianamente. 
Ho la fortuna di poter fare a tempo pieno ciò che amo e realizzare nel mio piccolo qualsiasi cosa mi salti per la mente: non posso desiderare altro.
Mi gratifica il fatto di seguire la mia passione e a parte le piccole soddisfazioni quotidiane di chi apprezza il mio lavoro, ho anche l’opportunità di interagire con persone creative, interiormente ricche, che guardano oltre la superficie omologata delle cose, persone che altrimenti non avrei mai potuto conoscere".

La collezione "Old"
Bijoux in cartapesta rivestita con pagine di un vecchio manuale di lavoro per signora del 1912. Le decorazioni sono realizzate utilizzando vecchi cristalli di lampadari


"Adoro sperimentare: la mia parte più istintiva e naif, ha trovato recentemente ampio sfogo nella serie di accessori realizzati utilizzando i tappetini da casa come materia prima, un “riuso del recupero”: questi tappeti sono prodotti con stringhe di cotone derivanti dalla produzione di tessuti per T-shirt. 
I tappetini vengono sciolti, assemblati, tagliati, infilati e cuciti fino a diventare borse, collane, accessori coloratissimi caratterizzati da contrasti e accostamenti azzardati".

Qualsiasi materiale può essere studiato e manipolato: attraverso la fantasia può acquisire nuovi usi e aspetti che mai avresti pensato potesse avere. 



"Credo che la moda stia diventando sempre più un fattore personale, lontano dai dictat delle grandi maison.
Oggi la donna ama mixare vari stili, non a caso la riscoperta del vintage e l’apprezzamento crescente del 'fatto a mano' testimoniano la voglia di unicità e personalizzazione della propria immagine".


"Marieclaire40"
Collana realizzata con vecchie passamanerie nere, ecrù e bottoni in madreperla. Gli inserti in cartapesta sono rivestiti con le pagine di Marie Claire del 1940. 



"Marieclaire63"
Collana realizzata con vecchie passamanerie e bottoni anni 60. 
Gli inserti in cartapesta sono rivestiti con le pagine di Marie Claire del 1963. 




Parure: Collana, orecchini e anello in cartapesta rivestita con pubblicità di una rivista inglese del 1966.



La collezione "Pois pour moi": Pois pour moi
Bijoux in cartapesta rivestita con carta a pois disegnata da me. 
Molti pezzi sono reversibili, con combinazioni di colore diverse front e retro, così da poter avere 2 bijoux in uno.



Spille a cuore in cartapesta rivestita con carte di varia origine, dalle opere liriche a riviste di moda francese. 

Le decorazioni sono realizzate con vecchi bottoncini e tessuti di recupero.



Il percorso di Greta nasce dalla mia passione per  i mercatini di antiquariato che l'ha invitata a creare piccole spille in cartapesta rivestite con le pagine di un vecchio libricino di opere liriche e decorate abbinando tessuti e bottoncini consumati dal tempo. 
Da questo esperimento, sono nati una serie di oggetti dal sapore retrò vagamente romantico mentre le carte usate per rivestire la cartapesta sono diventate molteplici, dai vecchi cartamodelli francesi alle pubblicità degli anni 50, piuttosto che riviste di moda anni 60.

Greta è diplomata all’istituto statale d’arte di Mantova nel 1994 e dopo aver conseguito un diploma in grafica presso il CFP Bauer di Milano  e un diploma di ceramista, lavora per anni come impiegata in vari settori senza però trarre molta soddisfazione.
"Pur cercando di adeguarmi all’idea che il posto fisso 'è una certezza', ho dovuto fare spesso i conti con la mia indole ribelle e creativa, che tentava in ogni modo di emergere. Pamphlet nasce da qui, matura pian piano dopo anni di insoddisfazioni, come un’esigenza, uno sfogo inevitabile. 
Non è un caso la scelta del nome 'Pamphlet': un breve saggio dove l'autorepresenta il proprio testo come uno sfogo estemporaneo, come una reazione viscerale di fronte ad una situazione non più sostenibile.” 

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