Mi chiamo Giulia e ho 32 anni, sono una cuspide acquario/pesci con ascendente in scorpione. Una cuspide vera perché nell'ora in cui sono nata, così dicono, il sole era esattamente a metà strada. Non credo moltissimo nell'astrologia ma credo che, in parte, questo mio essere a "metà" (né carne né pesce detta in modo piu' cinico), sia forse la storia del mio percorso creativo.
Alcuni dicono, e non si immagina quanti, che un "designer" debba distinguersi. Dicono che la sua firma, per così dire, debba in un qualche modo essere chiara e collocarsi in modo preciso perchè, essere riconoscibili aiuta a contraddistinguersi.
Ecco io la vedo in modo molto diverso: se essere riconosciuti significa imprigionarsi tra schemi prestabiliti, seppure creativi, allora forse io non saro' mai riconosciuta.
Spero di poter cambiare idea infinite volte nella mia vita, di cambiare aspettative, sogni, stile, ispirazioni, milioni di volte.
Questo significa essere liberi. Questo significa essere me stessa.
Per me creare è una necessità, prima di tutto.
Ho sempre avuto bisogno di esprimermi in modo creativo, fin da piccola. Ho sempre disegnato tanto, tantissimo, ma al tempo stesso sognavo di diventare una scrittrice, perchè scrivere mi consentiva di dar voce al mio mondo privatissimo, fatto di sogni ad occhi aperti, pieni di magia, personaggi inventati ed avventure. Di conseguenza sono sempre stata una grande lettrice.
Nello stesso tempo sono stata educata, e di questo ringrazio la mia famiglia, ad usare la testa e a ritenere la razionalità una grande alleata per affrontare la vita. Forse è per questo motivo che a 19 anni ho deciso che avrei studiato per diventare architetto. Creatività e razionalità per dar vita a progetti.
Un buon compromesso, direi.
In realtà forse, questo non mi bastava e non mi basta neppure ora.
Sempre a quel periodo risale il mio primo ricordo legato al "creare bijux". Ero in vacanza con la mia famiglia nella nostra casa in montagna, un posto bellissimo a cui sono molto legata, ma che naturalmente a quell'età, così lontano e isolato da tutto, rappresentava un ostacolo alla mia voglia di socialità.
Mi annoiavo.
Così ho iniziato per puro divertimento ad assemblare fili di cotone e perline rocailles, pensando di regalare quelle collanine alle mie amiche, una volta tornata a Bologna, la mia città.
Da lì, non mi sono piu' fermata.
Tutto è nato per caso. Mi piaceva creare con le mani piccoli monili da regalare, mi piaceva e mi dava una soddisfazione immensa vedere quanto le mie creazioni piacessero e vederle indossate dalle mie amiche mi riempiva di orgoglio. Forse, con presunzione, avevo trovato qualche cosa che sapevo fare davvero bene, se non altro che mi piaceva fare davvero tanto.
Avevo trovato il mio "talento". E così piano piano ho iniziato a coltivarlo, appassionandomi di volta in volta a tecniche, materiali e ispirazioni diversi.
Ma sempre a modo mio. Non ho mai seguito schemi, istruzioni. Ho sempre fatto tutto di testa mia, completamente da autodidatta, sbagliando e riassemblando infinite volte.
Ammetto che gli studi fatti, la facoltà di architettura, mi abbiano in parte influenzato. Devo progettare tutto, disegnare tutto, schematizzare tutto, prima di ritornare nel mio marasma creativo e tirar fuori qualche cosa che mi soddisfi davvero.
La mia attività da “giulielliera” (o Giuliella come mi chiamano i miei amici) è completamente legata all’autoproduzione e tutti i piccoli, grandi obiettivi che ho raggiunto, sono stati raggiunti con pazienza e solo tramite i miei sforzi e l’appoggio della mia famiglia e di alcuni, insostituibili amici.
Se dovessi dare un anno preciso di inizio attività, farei fatica. Diciamo che ho iniziato a mettere alcune foto on line su forum e blog nel 2006, credo.
Di fatto i primi risultati li ho visti nel 2008, quando ho aperto ufficialmente la partita iva.
Di fatto i primi risultati li ho visti nel 2008, quando ho aperto ufficialmente la partita iva.
Ho fatto tante cose legate al mondo di quelli che oggi vengono chiamati “designer indipendenti”, tante mostre, esposizioni, tanti eventi. Ho conosciuto un sacco di persone, alcune delle quali davvero importanti anche ora.
Le cose a cui sono piu’ legata sono il Macef, designer club, nel gennaio 2008, che mi ha insegnato come funzionano le cose nel mondo dei grandi (che forse non ho ancora capito) e l’esperienza con COIN tra settembre 2010 e gennaio 2011. Ho preso parte ad un temporary store organizzato dal gruppo COIN fornendo le mie collezioni per 7 filiali in Italia. Un’esperienza direi davvero “importante” in tutti i sensi: molto formativa, bella e appagante. Potrei citare tantissime altre cose a cui ho partecipato, ma queste forse sono quelle piu’ degne di nota.
Hair Graces
Leaves Foliage
Waves Bracelets
ph- Valentina De Meo
MUA - Eva Mardhaja
Model: Alessandra Vanni
ph- Valentina De Meo
MUA - Eva Mardhaja
Model: Alessandra Vanni
Veniamo al presente, che è la cosa piu’ importante. Questo 2011 per me è un anno di transizione: per varie ragioni sto trascorrendo periodi medio-lunghi all’estero, a San Francisco per l’esattezza.
In questa prima fase ho vissuto 3 mesi, da inizio marzo a fine maggio, lì. Ho fatto tanta ricerca stilistica, sono andata a tante mostre, ho osservato come funzionano le cose per gli indie-designers e ho preso parte ad alcuni workshops e corsi nel campo dell’oreficeria e del tessile. La conseguenza? Ho già pronte diverse cose per le prossime collezioni.
Diversi bozzetti, idee, prototipi, materiali nuovi... ma non credo aspettero’ il 2012 per pubblicarla, perchè le mie collezioni sono davvero molto personali e seguono la mia mutevolezza. Questa esperienza mi sta cambiando e di conseguenza anche il mio modo di creare segue la stessa scia. Se è vero che chiamo le mie stagioni “stagioni emotive”, allora significa che presto avro’ voglia di far conoscere il mio nuovo modo di creare e allora, ancora una volta, non saro’ riconoscibile.
Vi abbiamo incuriosito con questa nuova designer?
Allora non perdete lo speciale dei prossimi giorni!
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