venerdì 23 gennaio 2015

L'assemblaggio tessile come scuola di pensiero per CriART



Innanzitutto..Buon venerdì e buon inizio weekend!
Oggi vi presentiamo Cristina e le creazioni firmate CriART textile forms

L'esigenza di creatività di Cristina Marzaro approda dapprima all'Assemblaggio Tessile creando la linea CriART - Textile Forms: borse, pannelli, pezzi unici dal gusto moderno e chic, attraverso il recupero di materiali di alta qualità.
In seguito nasce, tra Artigianato ed Arte, la sua esperienza con la tecnica Eco-print: foglie e fiori disposti su tessuti naturali che rilasciano la loro impronta.
A questo punto la scelta sostenibile è obbligata, creando e confezionando capi di abbigliamento e accessori in fibre naturali dove coniuga le linee più modaiole con una migliore qualità della vita... da indossare.


CriART assemblaggio tessile

Quale messaggio desideri trasmettere attraverso le tue creazioni?
...che é possibile rinnovare il guardaroba coniugando l'estetica con il rispetto per l'ambiente e le persone che lo producono.

Come immagini il destinatario delle tue creazioni?
Come il ritratto di una donna essenziale che fa scelte di vita ragionate, che ricerca l'autenticità e che ama le cose belle. Una donna che ricorre ad attenzioni quotidiane: spesa biologica, porta i figli a scuola con la bici ed acquista il “fatto a mano” piuttosto che il “fast fashion”.

Cosa contraddistingue rendendo uniche e riconoscibili le tue opere?
Utilizzando elementi naturali, ogni capo o accessorio diventa unico: non è per niente semplice riprodurre esattamente una stampa od un colore perché le variabili sono molteplici. Dipende tutto dal mordente, dal tessuto, dalle foglie, dalla stagione di raccolta delle piante tintorie.
E' alchimia pura.



Se fossi un tessuto, o uno strumento da lavoro, cosa saresti?
Un'organza di seta, così leggera ma al tempo stesso croccante, spumeggiante, indubbiamente elegante...solo per intenditori.

Cosa non deve mancare mai nel tuo laboratorio?
Sperimentare in continuazione: non porsi limiti!
Esplorare, studiare, raccogliere informazioni e praticare.
Avere un'esauribile sete di cambiamento.

La tua creazione preferita? Che storia racconta?
Ogni volta che svolgo una stampa vegetale c'è sempre grande stupore : come se qualcuno miscela su una tavolozza immaginaria i colori al mio posto, in modo ancestrale.
Raccolgo delle foglie anche durante i miei viaggi, quindi la tela nella quale le utilizzo si porta dietro anche la storia di quel luogo.

Il nome di un creativo con il quale vorresti collaborare?
Antonio Marras, stilista/artista sardo, ha uno stile inconfondibile. I suoi abiti hanno sempre elementi di contrasto, dove gli opposti si attraggono anche se sembra impossibile farli convivere.


Quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe creare un Co-working nella mia città, dove condividere gli spazi con altre creative dell'Handmade, all'interno del quale creare anche dei laboratori per divulgare queste tecniche (come la tintura naturale o la filatura) ancora di nicchia e poco conosciute dal grande pubblico.
 



Cosa pensi del mondo della moda attuale e come lo vedi nel prossimo futuro ?
Purtroppo essendo stata un'addetta ai lavori per parecchi anni, il mio giudizio non può essere positivo: la maggior parte delle aziende sono sempre più alla ricerca del massimo profitto, senza valutare lo scotto che si deve pagare di tutto questo consumismo in termini di impatto ambientale e sociale.
Ma voglio essere ottimista: qualcosa sta cambiando...
Per esempio, se posso citarlo, presso la Fondazione Ferrè a Milano, si tiene “Out of fashion”, primo corso di alta formazione sulla cultura della moda consapevole, etica e innovativa.


Grazie alla crisi, credi che la gente stia riscoprendo l'unicità delle creazioni handmade e l'importanza del recupero dei materiali?
Grazie alla crisi credo che molti riscoprono anche i mestieri del passato, pur di lavorare.
Inoltre noi italiani siamo rinomati in tutto il mondo per la nostra “creatività”: la capacità cognitiva della mente di inventare, che deriva dal sanscrito, KAR-TR - "colui che fa”.
Per il recupero di materiali penso che in Italia il settore sia ancora poco sviluppato, ma comunque in crescita. 

 


Qual'è stato il tuo percorso personale? 
Cresciuta nell’azienda paterna, che operava nell’ambito tessile comasco, completo la mia formazione come Fashion Designer presso IED -Istituto Europeo di Design- di Milano, affrontando tutte le prospettive del fenomeno Moda. 
Per quasi venti anni mi sono occupata di sviluppo prodotto in aziende di abbigliamento per marchi importanti (intimo, mare e camiceria donna): dall’acquisto dei materiali alla realizzazione del capo finito.
Dopo parecchi anni seduta dietro ad una scrivania, scatta in me la necessità di “lavorare con le mani”, di approfittare di tutte le competenze acquisite nel corso della mia esperienza lavorativa e metterle in pratica auto-producendo dei manufatti.
In questo modo inizia un nuovo percorso, in simbiosi anche con un mio nuovo stile di vita, più etico, più attento al benessere personale e degli altri.

Com'è iniziato il progetto del marchio?
Inizia dall'esigenza di chiedersi cosa indossiamo, cosa mettiamo a contatto con la nostra pelle e come vengono prodotti i nostri capi al quale siamo tanto "affezionati".
Siamo sempre più attenti a cosa mangiamo (biologico, slow food, ecc.), ma non siamo ancora pronti a capire cosa si cela dietro al sistema delle multinazionali del tessile/abbigliamento.
Sono sempre più convinta che la rivoluzione debba partire dai criteri di scelta consapevole di ciò che acquistiamo ogni giorno.


2 commenti:

  1. Complimenti, sono davvero delle belle opere.

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  2. Caro anonimo, anche per noi sono produzioni estremamente interessanti! Porteremo a Cristina i tuoi complimenti! Un saluto, Silvia e Camilla

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