The tailor's project: Ispirazioni da un mare sconosciuto: FossalonArt

Cari lettori,
oggi sono felicissima di presentarvi Alberto e le sue creazioni FossalonArt che a mio avviso sono a dir poco splendide.

"Mi chiamo Alberto ho 40 anni e da 20 faccio il Graphic Designer, ho sempre apprezzato le cose fatte a mano e nel corso della mia vita ho provato anche ad approcciare alcune tecniche, ma non ho mai trovato nulla che mi desse vera soddisfazione.

Dire che ho cominciato a creare oggetti con consapevolezza, sarebbe una bugia enorme… ad inizio 2010 avevo un'unica certezza, che sentivo il bisogno di fare qualcosa con le mie mani, ma cosa e soprattutto come non ne avevo assolutamente idea.

Sentivo il bisogno di dar vita alle mie emozioni attraverso qualcosa di concreto.

Durante una passeggiata sulla spiaggia di Fossalon, in Friuli, ho raccolto alcuni frammenti di legno e conchiglie, mi piacevano, mi incuriosivano e forse volevo portarmi a casa un pezzetto di quel mare così lontano e sconosciuto al turismo di massa, ma al tempo stesso così vicino a me ed al mio modo di essere.

Quei frammenti li ho portati con me in ufficio e per alcune settimane sono stati li sul tavolo, finché un giorno ho cominciato a disegnare su un frammento di legno, solo per il gusto di lasciare un segno sopra un oggetto che aveva già una sua storia, ma spinto dal desiderio di creare qualcosa che avesse un uso quotidiano.

Continuavo a guardare quel pezzetto di legno con in mente una sola domanda: cosa potrebbe essere?

Solo dopo alcuni giorni ho realizzato che poteva diventare un ciondolo e per farlo ho scelto la corda di canapa, così è nata la prima collana".

"Da quel momento la corda è diventata parte di me e anche la vera protagonista di tutto quello che creo, ma non ho mai dimenticato da dove tutto è partito, dalla spiaggia di Fossalon e proprio per questo ho scelto di utilizzare solo frammenti di legno, di conchiglie e sabbia raccolti su quella spiaggia, come dico sempre io ho deciso di 'Fossalonizzarmi'. Dal primo ciondolo sono cambiate tantissime cose nel mio modo di lavorare, nelle tecniche che uso e che mi sono dovuto inventare ogni giorno... si perché la più grande difficoltà è proprio quella di non avere davanti l'esperienza di qualcun altro, ma è anche uno degli stimoli più forti".

"In questi anni ho cercato di perfezionare le mie tecniche, che sono in continua evoluzione, ho variato molto la quantità di spessori di corde da utilizzare, rispetto all'inizio ho aggiunto la sabbia come materiale, ma con un obiettivo fisso, quello di creare sempre qualcosa che nasca da dentro di me, che abbia un'anima e che sia il più originale possibile".

"Quello che cerco di fare quando creo è dare nuova vita a detriti che la natura a scartato, ma che hanno una loro storia. Provo a creare oggetti unici con materiali poveri, oggetti che possano essere indossati da chiunque voglia sentirsi libero, che voglia distinguersi e che ami le cose naturali".

"A che tipo di donna mi ispiro? In realtà per ora a nessuna, ogni tanto mi chiedo anche il perché creo bijou… non fraintendermi, non mi da fastidio la cosa, è solo che quando ho cominciato a farli, non immaginavo minimamente che avrei realizzato questo tipo di oggetti. Per come la vedo, avrei potuto mettermi a fare oggettistica di qualunque genere, poco importava, per me era fondamentale lavorare a mano e trovare degli strumenti attraverso i quali esprimermi e che mi dessero soddisfazione piena.

Per esempio ci sono volte in cui creo un oggetto che ho immaginato e comincio a dargli forma attraverso la corda, ma solo alla fine decido cosa diventerà realmente".