Oggi parliamo di Sara, una creativa che si descrive "...una Gulliver con occhiali e capelli ricci, sbarcata alla nascita sull'isola di Lilliput".
La creativa ci accoglie nel suo mondo innanzitutto con splendide parole..
"Gioia mi chiama mio padre quando è di buon umore. Adoro quando mi chiama così.
Gioia non è felicità, è proprio uno stato dinamico, esplosivo,
arriva all'improvviso e non chiede mai il permesso.
Non è la festa a cui
vorresti esser invitato, ma è quella che vuoi organizzare.
E' un colore preciso
ma anche tanti insieme, è qualcosa che proprio non puoi nascondere, è una forma
che ti si tatua addosso e senti così tua.
Vorrei che le mie creazioni fossero gioie.
Gioie da indossare.
Gioie da infilare in tasca.
Gioie da regalare.
Gioie su misura, ma sopratutto FUORI misura.
Gioie che stanno in una mano.
Gioie che si nascondono in un cassetto.
Gioie che escono da una scatola.
Gioie per sognare un mondo che non esiste,
oppure proprio quel mondo che hai davanti agli occhi e non riesci più a vedere.
Gioie da muovere, gioie che mettono le radici ma sanno viaggiare.
Gioie intime
ma anche sfacciate.
Gioie leggere, ma con uno spessore pari alla nostalgia che
rilasciano i ricordi che vi s'imprimono.
Gioie minuscole, perché la miniatura è
porta stretta per eccellenza, essa "è una delle abitazioni della
grandezza, […] i valori sprofondano nella miniatura, la miniatura fa
sognare."
(Gaston Bachelard, La poetica dello spazio).
Gioie da........
Portare.
Sempre.
Con te.
Insomma GIOIE LILLIPUZIANE.
Gioie
Lillipuziane si rivolgono a tutte le donne (ma anche agli uomini che vogliono
sorprender le loro principesse) senza distinzioni d'età, dalle più piccole alle
"grandi" che si sentiranno bambine sempre. Si rivolge alle donne
curiose, romantiche, golose, che sanno ridere, amano stupire e sono
perdutamente innamorate della magia delle piccole cose.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
I progetti che macino nella testa sono tantissimi, come dice una mia
cara amica: "finchè esiste il mondo, ne avrai da miniaturizzare".
Penso ad una collezione di oggetti vintage, ormai così preziosi proprio perché
usciti dalla nostra quotidianità, penso al tema del viaggio, delle fiabe, ma
anche temi architettonici…
il mio sogno è costruire un intera micro-città ;)
Ovviamente non abbandonerò mai i soggetti culinari, con i quali ho
cominciato…anche perché sono molto legata al tema del CIBO, lo considero una
vera e propria calamita tra le persone e un veicolo di emozioni, ricordi,
cultura e tradizioni. E' un motore di affetti e sensazioni che difficilmente un
oggetto può scatenare.
Qual'è il tuo sogno nel cassetto?
Momentaneamente lavoro a casa. Il mio sogno nel cassetto è riuscire ad aprire un
laboratorio dove lavorare comodamente, senza preoccuparmi dello spazio o di
dover riordinare a fine giornata, ma dove potrei avere il mio
"particolarissimo ordine" con le millemila scatole che ho con
materiali, chincaglierie, minuterie e ogni sorta di cosa per creare. Un
laboratorio dove invitare i curiosi, organizzare piccoli eventi, laboratori e
corsi di modellazione che in tanti mi chiedono.
Rispetto alla crisi economica che stiamo vivendo penso che il mio
lavoro, come quello di tanti altri creativi, sia una risposta chiara e
coraggiosa, una piccola buca scavata per evadere dalle solite dinamiche di
domanda e offerta che troppo spesso sviliscono il mondo del lavoro.
Autoprodursi, fare a mano, inventarsi un proprio marchio, significa
scavalcare le logiche di mercato e opporsi alla produzione su larga scala e
alle grandi marche.
Penso sia davvero importante porre l'accento sulla
produzione lenta, piccola, personale, in opposizione all'iper-produzione
rapida, ripetitiva e e gerarchica. Senza contare che in un tempo in cui trovare
lavoro pare un'impresa assurda, destinata troppo spesso al fallimento,
inventarselo è una vera e propria boccata d'aria fresca, uno stimolo per
superare e superarsi. Non è certo un cammino semplice, ci vuole passione e
tenacia, io stessa ho mille paure a riguardo, ma sono certa che se c'è l'amore
in quello che si fa, la salita si conquista con più soddisfazione.
Dopo anni di studi artistici, mi sono rivolta all'artigianato, con
la convinzione che il lavoro delle mani sia uno dei pochi mezzi per uscire
dalla crisi, non solo economica, che ci attanaglia. Ho incentrato la mia
seconda tesi di laurea proprio su quest'argomento. Si intitola MANUFARE e
approfondisce i temi di Fabriculture, Craftivism, DIY e tutte quelle pratiche
di evasione che ruotano attorno al fare a mano contemporaneo.
Grazie al complesso periodo storico che stiamo vivendo, in molti si
sono avvicinati al mondo dell'handmade e sempre più ci si sofferma
sull'importanza del recupero e riutilizzo dei materiali. Penso sia un'ottima
cosa, solo temo che anche quest'inversione di rotta si stia trasformando in una
moda più che una presa di coscienza critica. Possiamo notare negli ultimi
tempi, un boom di creazioni handmade o incentrate sul riciclo, spero solo non
si perdi di vista la sincerità delle mani; poiché creare e riciclare non
diventino solo un pretesto per cavalcare l'onda e trarne profitto, ma siano
davvero un trampolino per uscire dalla crisi, lontano da speculazioni e
sfruttamento del lavoro.
Certamente la crisi facilita la riscoperta da parte della gente del
"fatto a mano", ma credo sia un processo ancora tutto in divenire,
forse è necessaria una vera e propria "educazione" all'autoproduzione
e al valore dell'acquisto consapevole.
Spesso l'oggetto realizzato interamente
a mano è poco concorrenziale rispetto ad un altro industriale o importato ed è quindi inevitabile che i costi siano più alti.
In una società dove si rilancia
all'offerta più bassa, senza assicurarne la qualità, manca una vera cultura del
prodotto unico, su misura, magari più costoso ma sicuramente più umano.
Un'immagine di Sara, la creativa....
...qui pronta a raccontare la sua esperienza:
Era un'estate del 1987 e nascevo io.
Non ricordo quando cominciai a disegnare.
Ricordo che amavo
disegnare sezioni di case, nelle quali era possibile guardarci dentro, un po'
come una casa di bambola aperta, una casa con la fronte spalancata.
Il mio percorso di studi è cominciato al liceo artistico, proseguito
con una laurea in Arti visive presso la Naba di Milano, e continuato lì con un Master of Arts in Visual Arts and Curatorial
Studies.
Dopo anni di studi d'arte, ora sto guardando al mondo
dell'artigianato con una particolare attenzione e curiosità.
Il mio incontro con le paste polimeriche è accaduto per caso.
Estate
del 2008, Lisbona, in viaggio con un'amica. Rimango colpita da una bancarella
coloratissima sotto i portici, compro un anello a forma di torta stilizzata,
bianca, rossa e blu. Tornata a casa mi butto su internet, scopro cosa sono le
paste polimeriche termoindurenti.
Ad un tratto innanzi a me si apre un mondo
infinito e pieno di sfumature.
Pian piano comincio a modellare questa pasta
colorata, creo una serie di microsculture. Le mie mani danno vita alla materia
per gioco e ora non posso più farne a meno.
Inizia così la mia avventura con la
modellazione del Fimo e il mio insano amore del fatto a mano. Pian piano ho
abbandonato matita e pennelli, non faccio schizzi preparatori: affondo
direttamente le dita nella pasta, provo e riprovo ma è esclusivamente nella
modellazione che nascono le mie figure.
Con le mie gioie vorrei trasmettere l'amore per le piccole cose
quotidiane. Tutte le piccole cose richiedono cura e lentezza. Sono anche
convinta, e ho scritto una tesi a riguardo in Accademia, che non sia necessario
urlare o ingigantire qualcosa per sottolinearla, se la rimpicciolisci…la
esalterai.
"Prendere una lente di ingrandimento significa fare attenzione:
ma fare attenzione non implica già avere una lente? L'attenzione è già da sé
una lente d'ingrandimento." (G. Bachelard)
Ho un blog dalla fine del 2010 che ormai ha superato le 50.000
visite (www.sainsgioie.blogspot.it), e una fan page su facebook
(www.facebook.com/GioieLillipuziane), per il momento non ho un e-commerce
perché ricevo già molte richieste private proprio grazie al blog e alla pagina,
e poi adoro il contatto diretto con il cliente perché mi piace andare il più
vicino possibile ai suoi desideri, perciò credo sia molto importante lo scambio
di domande e informazioni, prima dell'acquisto, o come preferisco chiamarla io:
l'adozione della gioia.
Questo accade ancor maggiormente grazie alle commissioni speciali,
che nascono proprio dalle richieste più disparate del cliente.
Le possibilità
del materiale che utilizzo sono infinite, perciò è sempre divertente ricevere richieste
di progetti nuovi... sono delle sorti di sfide imprevedibili: non sai mai fino
alla fine come uscirà il pezzo che ti è stato richiesto.
Perciò per ora procedo senza un vero e proprio e-commerce, ma è già
nella lista delle cose da fare in futuro, magari in relazione a delle
collezioni particolari.
L' altro mezzo che adoro per promuovere le Gioie è la partecipazione
ad eventi e mercatini in giro per
l'Italia, credo che quest'aspetto sia fondamentale per me e il mio lavoro in
questo momento.
Mi piace moltissimo viaggiare, esporre in location sempre
nuove, incontrare pubblici diversi e soprattutto tante altri creativi come me,
con i quali scambiare sorrisi, esperienze e idee: sono esperienze impagabili,
che "il mondo internet', per quanto estremamente utile e necessario, non
riuscirà mai ad eguagliare.
Wao che emozione!!! ...Grazie ragazze ;)
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